sabato 2 maggio 2020
sabato 18 aprile 2020
Nota arcivescovile
NOTA IN RELAZIONE ALLA CELEBRAZIONE DEI SACRAMENTI, AL SOSTEGNO CARITATIVO E PSICOLOGICO E ALLE ATTIVITÀ ESTIVE
Prot. Arc. U50/2020
Cari fratelli e sorelle, cari confratelli,
questo tempo di sofferenza e di malattia ci ha privati, oltre che della partecipazione all’Eucarestia quotidiana e domenicale, anche dei luoghi e tempi per l’educazione cristiana e, conseguentemente, della celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana (Battesimo, Prima Confessione, Prima Comunione, Cresima).
Alcune parrocchie sono state in grado, attraverso i social media, di continuare a proporre momenti di formazione, ma non raggiungendo talora tutti i ragazzi.
Anche la preparazione al matrimonio è stata sacrificata e alcune celebrazioni del sacramento – pur possibili a porte chiuse, con i soli testimoni, genitori, fratelli e sorelle – sono state rimandate.
I tempi della ripresa sono ancora incerti, ma sicuramente andranno oltre il mese di aprile. Per queste ragioni, è necessario rimandare almeno a ottobre-novembre la celebrazione della Prima Confessione, della Prima Comunione e della Cresima, se non addirittura slittare di un anno, cioè ad aprile-maggio 2021: senza la partecipazione della comunità, infatti, la celebrazione dei sacramenti rischierebbe di essere un fatto privato.
Ovviamente una valutazione più precisa sarà possibile solo quando diventeranno chiari i tempi e le modalità della ripresa della vita sociale ed ecclesiale in tutto il Paese.
Così pure è importante che la preparazione al matrimonio dei futuri sposi non sia ridotta rispetto al numero di incontri normalmente previsti.
Questo tempo di privazione non deve sacrificare la necessaria formazione cristiana.
In ordine alla mancata celebrazione delle esequie, sarà necessario – al termine della loro sospensione – stabilire, con i familiari e con tutta la comunità, la celebrazione di una S. Messa di suffragio per ognuno dei defunti, ma anche di una S. Messa al Cimitero per tutti i defunti.
Questo tempo di sacrifici, e la successiva difficile ripresa delle attività, vede anche la situazione di precarietà economica di persone e famiglie. Unitamente alla Caritas Diocesana, all’Ufficio Migrantes e all’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro, dovremo trovare il modo di sostenere alcuni nuclei familiari e attività economiche che fossero in particolare difficoltà nelle nostre parrocchie, qualora non bastassero gli aiuti messi a disposizione dallo Stato e dalle Regioni attraverso i Comuni.
Per queste ragioni, grazie a un contributo straordinario della CEI e ai contributi dei fedeli, rafforzeremo con un fondo specifico l’attività della Caritas diocesana così come il Fondo Diocesano per il Lavoro.
Una risorsa sarà destinata anche alle parrocchie che, per diverse ragioni, in conseguenza al Covid-19 si troveranno in difficoltà.
A tale riguardo, potrà essere inviata la richiesta alla mia attenzione o a quella del Vicario Generale. Anche le attività estive dovranno essere rimodulate. Pur attendendo le disposizioni che arriveranno prossimamente, già da ora possiamo prevedere che il mese di giugno difficilmente potrà avere momenti aggregativi come i Centri estivi.
In questo caso, l’inizio delle attività non potrà essere prima di luglio.
Su questo, però, ci aggiorneremo successivamente, anche se potrebbe essere già utile una consultazione tra i diversi parroci dei Vicariati della città e della Diocesi al fine di identificare luoghi e spazi ampi in cui organizzare i Centri aggregativi, e così aiutare le famiglie nelle quali i genitori riprenderanno il lavoro.
Sempre più il nuovo inizio chiederà un tempo di comunione e di condivisione.
È tempo di responsabilità, per comprendere quali stili di vita possano salvaguardare la vita delle persone e delle nostre comunità.
È tempo di discernimento, anche sul piano vocazionale, per dare valore a uno stile di servizio e di donazione che, nei tempi più difficili, salva e tutela la vita.
Un’attenzione particolare e comune sarà per il sostegno psicologico e spirituale alle non poche persone e famiglie che avranno subito dei traumi e delle profonde ferite.
Penso a chi è stato colpito dal lutto e dalla malattia e alle persone psichicamente più fragili, bombardate in questi giorni da continue e massicce notizie sul virus; ma anche ai medici e infermieri che stanno vivendo settimane di full immersion nel dolore di malati e familiari, e addirittura nel drammatico dilemma di dover "scegliere", in certe circostanze emergenziali, chi assistere e chi lasciar morire.
A questo riguardo, come Chiesa, dovremo valorizzare e sostenere anche i nostri Consultori familiari e Centri di ascolto, che sicuramente incontreranno queste nuove situazioni.
Dedichiamo parte del nostro tempo anche a ringraziare il Signore, che ha particolarmente protetto questa nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio e le sue comunità.
Il nostro sguardo di fede si è affidato al Crocifisso di S. Luca, al Preziosissimo Sangue, a Maria, Madonna delle Grazie e Madonna del Popolo: una continuità di preghiera che dura da quasi un millennio.
Ferrara, 18 aprile 2020
+ Gian Carlo Perego
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio Abate di Pomposa
martedì 14 aprile 2020
Emergenza sanitaria
lunedì 13 aprile 2020
S. Messa di Pasqua
S. Messa di Pasqua celebrata, a porte chiuse,
presso il Monastero "Corpus Domini"
per tutta l'UP Borgovado
venerdì 10 aprile 2020
lunedì 6 aprile 2020
Messaggio dell'Arcivescovo per la Pasqua
La situazione che stiamo vivendo - di malattia, di morte, di privazione e di paura - ci ha fatto tornare nudi come siamo nati, creature.
E, forse, dentro questa situazione ci siamo accorti di essere tutti malati, affetti dalla “malattia dell’infinito”, come ha scritto un autore, di avere la capacità della speranza.
A Pasqua noi riscopriamo come la speranza ci salvi, perché fondata su un Creatore che si è fatto creatura, su un Padre che ci ha regalato un Figlio, che condivide la nostra sofferenza e la morte, soprattutto che ci dona, con la risurrezione, la pienezza della vita.
Nei passaggi più difficili della vicenda umana, spesso sono poste le premesse di un rinnovamento radicale, di una nuova pagina della storia che ha solo una guida: il Signore.
E, forse, dentro questa situazione ci siamo accorti di essere tutti malati, affetti dalla “malattia dell’infinito”, come ha scritto un autore, di avere la capacità della speranza.
A Pasqua noi riscopriamo come la speranza ci salvi, perché fondata su un Creatore che si è fatto creatura, su un Padre che ci ha regalato un Figlio, che condivide la nostra sofferenza e la morte, soprattutto che ci dona, con la risurrezione, la pienezza della vita.
Nei passaggi più difficili della vicenda umana, spesso sono poste le premesse di un rinnovamento radicale, di una nuova pagina della storia che ha solo una guida: il Signore.
Lo scriveva anche il Card. Martini, nei giorni bui per le stragi del terrorismo: “Spesso i tempi difficili sono stati l’occasione per temprare gli uomini e per aprire nuovi orizzonti”.
La “quiete” pasquale, dopo la tempesta quaresimale, ci aiuterà a ridisegnare gli spazi, a rivalutare le relazioni, a guardare più spesso verso l’alto e, prima di tutto, a riconsiderare il valore della salute e della sanità, come siamo soliti augurare. “E la Pasqua è l’accettazione della morte che si vede e si soffre, per vivere nella speranza che non si vede” - scrive don Luisito Bianchi nel suo Dialogo in Samaria.
La “quiete” pasquale, dopo la tempesta quaresimale, ci aiuterà a ridisegnare gli spazi, a rivalutare le relazioni, a guardare più spesso verso l’alto e, prima di tutto, a riconsiderare il valore della salute e della sanità, come siamo soliti augurare. “E la Pasqua è l’accettazione della morte che si vede e si soffre, per vivere nella speranza che non si vede” - scrive don Luisito Bianchi nel suo Dialogo in Samaria.
E’ questa speranza che non si vede, quella che desidero augurarvi per la Pasqua di quest’anno, che apra a un nuovo inizio, insieme.
Augurarla anzitutto ai medici, agli operatori sanitari e ai volontari che da settimane dedicano ore ed ore, intelligenza, professionalità, oltre il tempo e il lavoro dovuto, diventando gli angeli che hanno curato, e talora, purtroppo, accompagnato alla morte.
Buona Pasqua agli imprenditori, ai commercianti, agli artigiani costretti a chiudere le loro fabbriche, i loro laboratori, i loro negozi, e che alla riapertura saranno chiamati a un supplemento di coraggio, di fatica - nonostante le manovre economiche in atto - per garantire ancora lavoro, servizi; e insieme, un particolare ricordo ai lavoratori e a tutti coloro che purtroppo hanno perso l’impiego a causa del Covid 19.
Buona Pasqua ai politici e agli amministratori, alle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Vigili, Finanzieri…) e alla Protezione Civile delle nostre città e dei paesi della provincia di Ferrara, che hanno saputo condividere la fatica, gli orientamenti, le limitazioni, la sicurezza di tutti noi.
Buona Pasqua alle famiglie e in esse, agli anziani e ai giovani, ai papà e alle mamme, che non hanno potuto accompagnare in chiesa i loro cari defunti, non hanno potuto visitare in Ospedale i loro malati o gli anziani nelle case di cura, ma hanno potuto sentire ancora di più il valore della famiglia, della casa, degli affetti.
Buona Pasqua alle persone sole, perché non si facciano prendere dallo scoramento. A loro va tutta la vicinanza e l’attenzione delle nostre parrocchie e delle realtà caritative diocesane.
Gli auguri di Buona Pasqua raggiungano i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e i fedeli delle nostre comunità, dove le chiese sono rimaste aperte, per sentire la presenza del Signore, confessare il nostro peccato, sentirsi a casa, ma dove le celebrazioni eucaristiche sono state per la prima volta vissute senza fedeli, i matrimoni sospesi come anche le esequie: una povertà arricchita dalla preghiera, dall’ascolto della Parola, da una unità e comunione che abbiamo percepito chiaramente, pur nella distanza fisica, perché poggiata sulla presenza dello Spirito Santo che ci apre alla comunione dei Santi, che professiamo ogni domenica nel Credo, la cui vicinanza sperimentiamo concretamente ogni giorno.
Buona Pasqua a tutti, nella Speranza.
+ Gian Carlo Perego
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio
giovedì 2 aprile 2020
San Giovanni Paolo II - XV anniversario morte
22 settembre 1990: Visita alla volticina del miracolo.
L’uomo di oggi scorge i segni di morte divenuti più presenti sull’orizzonte della civiltà. Vive sempre più nella paura, minacciato nel nucleo stesso della sua esistenza. Quando vi sentirete in difficoltà, il vostro pensiero corra allora a Cristo: sappiate che non siete soli. Egli vi accompagna e mai delude. In questi giorni difficili che stiamo vivendo, vi incoraggio ad affidarvi alla Divina Misericordia e all’intercessione di san Giovanni Paolo II.
(Papa Francesco, saluto ai pellegrini polacchi al termine dell'udienza del 1 aprile 2020)
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