NOTA IN RELAZIONE ALLA CELEBRAZIONE DEI SACRAMENTI, AL SOSTEGNO CARITATIVO E PSICOLOGICO E ALLE ATTIVITÀ ESTIVE
Prot. Arc. U50/2020
Cari fratelli e sorelle, cari confratelli,
questo tempo di sofferenza e di malattia ci ha privati, oltre che della partecipazione all’Eucarestia quotidiana e domenicale, anche dei luoghi e tempi per l’educazione cristiana e, conseguentemente, della celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana (Battesimo, Prima Confessione, Prima Comunione, Cresima).
Alcune parrocchie sono state in grado, attraverso i social media, di continuare a proporre momenti di formazione, ma non raggiungendo talora tutti i ragazzi.
Anche la preparazione al matrimonio è stata sacrificata e alcune celebrazioni del sacramento – pur possibili a porte chiuse, con i soli testimoni, genitori, fratelli e sorelle – sono state rimandate.
I tempi della ripresa sono ancora incerti, ma sicuramente andranno oltre il mese di aprile. Per queste ragioni, è necessario rimandare almeno a ottobre-novembre la celebrazione della Prima Confessione, della Prima Comunione e della Cresima, se non addirittura slittare di un anno, cioè ad aprile-maggio 2021: senza la partecipazione della comunità, infatti, la celebrazione dei sacramenti rischierebbe di essere un fatto privato.
Ovviamente una valutazione più precisa sarà possibile solo quando diventeranno chiari i tempi e le modalità della ripresa della vita sociale ed ecclesiale in tutto il Paese.
Così pure è importante che la preparazione al matrimonio dei futuri sposi non sia ridotta rispetto al numero di incontri normalmente previsti.
Questo tempo di privazione non deve sacrificare la necessaria formazione cristiana.
In ordine alla mancata celebrazione delle esequie, sarà necessario – al termine della loro sospensione – stabilire, con i familiari e con tutta la comunità, la celebrazione di una S. Messa di suffragio per ognuno dei defunti, ma anche di una S. Messa al Cimitero per tutti i defunti.
Questo tempo di sacrifici, e la successiva difficile ripresa delle attività, vede anche la situazione di precarietà economica di persone e famiglie. Unitamente alla Caritas Diocesana, all’Ufficio Migrantes e all’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro, dovremo trovare il modo di sostenere alcuni nuclei familiari e attività economiche che fossero in particolare difficoltà nelle nostre parrocchie, qualora non bastassero gli aiuti messi a disposizione dallo Stato e dalle Regioni attraverso i Comuni.
Per queste ragioni, grazie a un contributo straordinario della CEI e ai contributi dei fedeli, rafforzeremo con un fondo specifico l’attività della Caritas diocesana così come il Fondo Diocesano per il Lavoro.
Una risorsa sarà destinata anche alle parrocchie che, per diverse ragioni, in conseguenza al Covid-19 si troveranno in difficoltà.
A tale riguardo, potrà essere inviata la richiesta alla mia attenzione o a quella del Vicario Generale. Anche le attività estive dovranno essere rimodulate. Pur attendendo le disposizioni che arriveranno prossimamente, già da ora possiamo prevedere che il mese di giugno difficilmente potrà avere momenti aggregativi come i Centri estivi.
In questo caso, l’inizio delle attività non potrà essere prima di luglio.
Su questo, però, ci aggiorneremo successivamente, anche se potrebbe essere già utile una consultazione tra i diversi parroci dei Vicariati della città e della Diocesi al fine di identificare luoghi e spazi ampi in cui organizzare i Centri aggregativi, e così aiutare le famiglie nelle quali i genitori riprenderanno il lavoro.
Sempre più il nuovo inizio chiederà un tempo di comunione e di condivisione.
È tempo di responsabilità, per comprendere quali stili di vita possano salvaguardare la vita delle persone e delle nostre comunità.
È tempo di discernimento, anche sul piano vocazionale, per dare valore a uno stile di servizio e di donazione che, nei tempi più difficili, salva e tutela la vita.
Un’attenzione particolare e comune sarà per il sostegno psicologico e spirituale alle non poche persone e famiglie che avranno subito dei traumi e delle profonde ferite.
Penso a chi è stato colpito dal lutto e dalla malattia e alle persone psichicamente più fragili, bombardate in questi giorni da continue e massicce notizie sul virus; ma anche ai medici e infermieri che stanno vivendo settimane di full immersion nel dolore di malati e familiari, e addirittura nel drammatico dilemma di dover "scegliere", in certe circostanze emergenziali, chi assistere e chi lasciar morire.
A questo riguardo, come Chiesa, dovremo valorizzare e sostenere anche i nostri Consultori familiari e Centri di ascolto, che sicuramente incontreranno queste nuove situazioni.
Dedichiamo parte del nostro tempo anche a ringraziare il Signore, che ha particolarmente protetto questa nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio e le sue comunità.
Il nostro sguardo di fede si è affidato al Crocifisso di S. Luca, al Preziosissimo Sangue, a Maria, Madonna delle Grazie e Madonna del Popolo: una continuità di preghiera che dura da quasi un millennio.
Ferrara, 18 aprile 2020
+ Gian Carlo Perego
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio Abate di Pomposa